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Quanto tempo è passato dagli anni in cui si correva scalzi? Non molto se pensiamo all'etiope Abebe Bikila che vinse la maratona alle olimpiadi di Roma, sotto l'arco di Costantino, nel 1960. Negli anni '60 e '70 erano in commercio delle scarpe da ginnastica di derivazione militare poco adatte per la corsa e alcune immagini dell'epoca ci fanno comprendere come erano equipaggiati anche gli atleti di vertice. Chi ha partecipato agli ex campionati studenteschi ricorderà la variegata umanità che vi partecipava e soprattutto l'improvvisato corredo podistico.
La ricerca e l'offerta di prodotti sportivi tecnici ha fatto passi da gigante dai primordi quando, in piena seconda guerra mondiale, due fratelli tedeschi, vivendo in concorrenza la loro passione per le calzature, hanno creato le due più grosse multinazionali del prodotto sportivo tecnico e di consumo. Poi sono arrivati i giganti asiatici e quelli degli Stati Uniti. In questa battaglia fatta da scarpe, recita una piccola parte anche il prodotto italiano.
Oggi c'è una varietà di prodotti per tutti i gusti e tutte le tasche da perderci la testa, tant'è che scegliere una scarpa non è un esercizio facile, solo chi ha una esperienza può orientarsi e dare consigli sulle migliori scarpe da running.
Come orientarsi nell'acquisto: guida alla scelta delle migliori scarpe da running
Scegliere una scarpa da corsa è un esercizio complicato ma necessario, perchè ne va della salute e della postura di chi corre. Tutti gli studi biomeccanici eseguiti nei centri che studiano la fisiologia umana e la cinestetica hanno evidenziato quanto una buona scarpa ottimizzi al meglio la resa della corsa, evitando micro lesioni da sforzo come tendiniti e infiammazioni muscolari.
Ma come scegliere la giusta scarpa da running? Gli elementi da valutare sono diversi e anche le tipologie di scarpe in commercio. La scarpa va scelta in base alla forma del piede e a come si comporta nell'azione di spinta sul terreno, molto dipende quindi dalla propria sensibilità ed esperienza oltre che dall'utilizzo che se ne deve fare, come per esempio il tipo di terreno su cui si andrà a correre.
La classificazione dei modelli
La scarpa da running va scelta in relazione alla superficie abituale sulla quale si corre. Una superficie morbida richiede una scarpa con una suola meno ammortizzante di una più dura come può essere il cemento o l'asfalto. Alcuni sostengono che la classificazione delle scarpe non abbia più ragione di esistere, ma al netto del dibattito, è un buon punto di partenza da tenere conto per un acquisto mirato. A seconda del brand che le produce, cambia la classificazione delle scarpe, le aziende leader sul mercato le dividono in A1, A2, A3, A4, A5 e A6, altre le classificano in neutre o stabili, in calzature da corsa o da trail.
Volendo fare ordine, possiamo dire che le A1 (da corsa o race) sono scarpe molto leggere, utilizzabili su superfici ammortizzanti come la pista, applicando i chiodini davanti, sotto l’avanpiede. Il modello "race o racing" (per podisti super allenati o professionali) è una scarpa molto elastica e con elevata flessibilità della suola.
In commercio sono presenti i modelli "natural", adatte ai pesi leggeri: sotto i 60 kg per un uomo e i 50 kg per una donna. Sono scarpe che rivestono il piede come una seconda pelle (una via dimezzo tra le A2 e le A1), sconsigliate ai principianti.
Gli atleti agonisti che spingono nella corsa, possono usare anche le scarpe prestazionali A2 (molto leggere e flessibili).
La scarpa neutra o stabile (A4 o A3) è utile per persone pesanti o alle prime armi, con poco allenamento che esigono una buona stabilità del piede. La A4 è una scarpa con una tomaia molto grossa, è utilissima per sopportare le stimolazioni meccaniche di una corsa sui percorsi cittadini e duri del cemento o dei tratti sconnessi.
La scarpa A5 o A6 (trail running) sono in Gore-Tex, traspiranti e impermeabili, adatte agli sterrati fangosi, ai terreni scoscesi con tratti sconnessi, ottime per il Cross country (corse campestri).
La scarpa adatta al livello di corsa
Un podista della domenica non ha la stessa sensibilità del runner che corre tutti i giorni e che è capace di avvertire ogni minimo stimolo del piede. L’uso della scarpa deve essere anche tarato al livello di corsa di chi la usa. Un podista con ritmi molto intesi cerca una calzatura leggera ed elastica (A1, A2 e A3, a seconda del tragitto). Un amatore dovrebbe utilizzare una scarpa morbida e non troppo pesante che sappia prevenire i traumi del piede (A3 e A4).
Utilizzo di materiali impropri
Sono sconsigliate le scarpe non tecniche, come alcune sneakers casual molto piatte o modelli rigidi e rinforzati all'esterno come quelle da tennis. Le scarpe da Basket non vanno usate per il running (troppo pesanti e rigide), stesso discorso per gli "scarpini" da calcio a cinque che hanno dei mini tacchetti sotto la suola e sono poco elastiche.
Il peso è importante nella scelta
Nella scelta delle scarpe da running il peso corporeo è uno dei principali fattori da prendere in considerazione. Maggiore è il peso più si deve salire con la classificazione. Un uomo di 100 kg deve comprare una A5 e se corre su un prato anche una A6. Lo stesso discorso vale per un ragionamento inverso: chi pesa 60 kg dovrà usare una A2 o A3.
Il terreno e le capacità di allenamento
L’esperienza è fondamentale nell’acquisto di un prodotto da running. Bisogna conoscere le proprie capacità, l’elasticità articolare, tendinea e muscolare, ma dobbiamo sapere esattamente dove utilizziamo le scarpe. Chi corre sull’asfalto deve orientarsi su una A3 (anche chiamata neutra). Dalle A3 sino alla A6, hanno sotto la suola un battistrada che permette una buona aderenza su tutte le superfici. La A1 è perfetta per il tartan di una pista, non va bene su un terreno fangoso. Se corriamo su tratti umidi, su terreni erbosi con pozzanghere e con riduzione dell’abbrivio, dobbiamo scegliere una A5 o una A6 (o trail) che è tassellata come gli pneumatici invernali e ottimizza l’aderenza sulle superfici estreme. Le A3 e le A4 sono adatte per gli allenamenti ripetitivi e la routine, le A2 e le A1 vanno utilizzate in gara.
Una scelta biomeccanica e cinestetica
La scarpa va selezionata in base alla bio-meccanica del gesto motorio e del piede in fase di stacco e atterraggio. Nella falcata c’è una frazione di secondo nel quale stacchiamo tutti e due i piedi da terra. Nell’atterraggio, nello stacco e nella spinta, il piede si può trovare in posizione supina (rotazione esterna) e prona (torsione interna della pianta e del malleolo). I due movimenti servono a bilanciare l’atterraggio e lo stacco del piede sul terreno, ma se una delle due fasi è eccessiva o assente va scelta una scarpa con caratteristiche contenitive che proteggano di più l’interno o l’esterno del metatarso.
Scegliere il numero e la misura
Il numero del piede è una indicazione generica, la scarpa da running va sempre provata perché sono solitamente più piccole rispetto a quelle di tutti i giorni. Bisogna verificare l'aderenza sull'alluce, come la pianta del piede si adatta alla suola nella fase di spinta e la capacità della soletta di ammortizzare l'azione del tallone e della punta. La scarpa da running deve rispondere alla struttura fisiologica del piede.
Le regole empiriche ci suggeriscono di comprare una scarpa da running di un numero in più rispetto a quelle che usiamo tutti i giorni. In realtà dovremmo misurare il piede sull'asse sagittale e orizzontale (lunghezza del piede e larghezza dell’avampiede). I negozi hanno un apposito misuratore con i due parametri. In alternativa possiamo usare un pratico metodo casalingo: poggiando il piede scalzo sul pavimento e misurando l’impronta in larghezza e in lunghezza dal tallone alla punta dell’alluce. La scarpa da running deve essere misurata accuratamente, possibilmente camminando e accennando alcuni piccoli scatti e cambi di direzione.
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