Il 2014 è stanno un anno particolarmente intenso per la letteratura italiana e straniera. L’attesa dei nuovi romanzi dei grandi della letteratura contemporanea, come Camilleri o Ken Follet, è stata ripagate con un grande successo di pubblico e critica. Sembra quindi particolarmente difficile rispondere ad una domanda all’apparenza semplice: qual è il miglior libro del 2014?
Miglior libro 2014: una lotta a tre
Per scegliere il miglior libro 2014 mi sono affidata, naturalmente, ai miei gusti e alle mie sensazioni. La volontà è quella di compiere una scelta non scontata ma supportata dalle giuste motivazioni. Dopo un’analisi attenta ho ridotto il novero dei “papabili” a tre titoli che quest’anno hanno catturato la mia attenzione. Ecco le mie nomination per la categoria Miglior Libro 2014: Il Cardellino di Donna Tart, La verità sul caso Harry Quebert di Joël Dicker (con una precisazione che farò a breve) e Il Baco da Seta di Robert Galbraith (al secolo J.K.Rowling).
Le motivazioni che accompagnano queste nomination sono diverse. Penso valga la pena spendere due parole prima di svelarvi il vincitore. Il Cardellino è stato, senza ombra di dubbio, il vero e proprio caso letterario dell’anno che sta per concludersi (non a caso è riuscito a mettere le mani sul tanto agognato Premio Pulitzer). La verità sul caso Harry Quebert è un libro affascinante perché racconta cosa c’è dietro la scrittura di un romanzo: racconta la difficoltà di un autore alle prese con le aspettative del pubblico, degli editori e della critica e mischia quella piccola dose di giallo e di suspense che non fa mai male. Devo precisare che questo libro è in realtà del 2012, nella sua versione originale francese. E del 2013 nella sua versione italiana. La versione inglese è però del 2014 e questo è infatti l’anno che ne ha decretato il vero successo mondiale. Per questo ho deciso di citarlo nella mia classifica del miglior libro del 2014. Se non lo avete ancora letto, fatelo e non ve ne pentirete. La terza nomination forse farà storcere il naso a molti ma Il Baco da Seta è un gran bel libro. La storia, i personaggi e lo stile: in questo romanzo funziona tutto e non bisogna essere degli esperti per capirlo.
miglior libro 2014: The winner is…
Ora che le nomination sono state fatte non resta che decretare il vincitore della categoria del miglior libro 2014. Non posso esimermi dall’annunciarlo in perfetto stile hollywoodiano: The Oscar goes to Il Baco da Seta di Robert Galbraith. Cosa mi ha fatto propendere per questa scelta? Cercherò di spiegarvelo brevemente senza svelare troppo della trama nel caso qualcuno non avesse avuto ancora modo di leggerlo.
Per chi non lo sapesse Il Baco da Seta è il secondo episodio di una saga che racconta le indagini di Cormoran Strike e che era iniziata con Il Richiamo del Cuculo pubblicato lo scorso anno che, a dirla tutta, non mi aveva convinto fino in fondo.
Tra i punti di forza del mio miglior libro 2014 c’è, di sicuro, il suo protagonista: Cormoran Strike. Personaggio complesso e genuino appare estremamente vero e reale dalle pagine del romanzo. Intuitivo e abile nel suo lavoro ha un debito con la vita che rende la sua vita infelice e complicata. Quel giusto mix che fa in modo che il lettore tifi per lui, in maniera spudorata, durante tutte le 500 pagine e passa del libro. In questo romanzo è alle prese con un personaggio eclettico e affascinante: Owen Quine, uno scrittore scomparso senza lasciare traccia. Sembrerebbe un caso senza molta attrattiva se non fosse che Quine ha portato con sè il suo ultimo romanzo che sembra aver creato scompiglio nel mondo dell’editoria londinese. Il vero protagonista de Il Baco da Seta, il mio miglior libro 2014, è infatti Bombyx Mori ovvero l’ultimo romanzo di Quine, scomparso insieme al suo autore. Nel romanzo Quine racconta il viaggio di formazione di uno scrittore incompreso e regala parole al vetriolo a tutti i suoi conoscenti, personificati in personaggi surreali e spesso volgari. Ed ecco uno dei punti di forza del romanzo: l’ossessione per la letteratura sviscerata e raccontata in tanti modi. Ne parla Quine, scrittore di poco successo; ne parla Michael Fancourt, l’autore di bestsellers; ne parlano agenti, editori e scrittrici alle prime armi che frequentano i corsi dei loro beniamini. I punti di vista sono tantissimi e profondamente diversi gli uni dagli altri e danno modo di riflettere a fondo sul mondo che si nasconde dietro alle pagine di un libro.
E’ questo, senza dubbio, quello che mi ha piaciuto più di tutto di questo romanzo. La sua attenzione alla descrizione di un mondo cinico e risoluto come quello dell’editoria moderna. Una sorta di svelamento di un mondo che troppo spesso appare come glamour e affascinante ma in cui si nascondo uomini e donne spietati e di potere.
Ma non è tutto: come ogni buon libro che si rispetti Il Baco da Seta lascia aperta una questione. Se a Cormoran Srike toccherà risolvere il mistero sulla scomparsa dello scrittore al lettore resta il compito di rispondere ad una semplice domanda: perché il romanzo di Strike si intitola Bombyx Mori? Chi è il baco da seta a cui fa riferimento il titolo? Ora tocca a te: il miglior libro 2014 ti ha appena lanciato una sfida!
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